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E’ DAVVERO SMART WORKING?

Quante aziende in Italia si avvalgono realmente del così detto Smart Working?

Quante invece del telelavoro?

Oggi è diventato molto di moda utilizzare il termine smart working (per cause di forza maggiore) ma a mio parere sono ben poche le realtà italiane in cui esso si applica realmente.

Il concetto di Smart Working racchiude in se una serie di caratteristiche che prevedono sostanzialmente che si lavori per obiettivi, a qualunque ora in qualunque luogo senza che si debba essere costantemente reperibili in un determinato range di ore salvo video call o call precedentemente pianificate.

Facciamo un esempio.

Supponiamo che io lavori per una grande azienda americana in smart working.

Mi occupo di un progetto che deve essere realizzato entro il 15 luglio 2021. Posso lavorare di notte e in spiaggia alle Hawaii ed è ok purché il progetto sia pronto per il 15 luglio 2021.

Pianifico le attività, coordino i lavori, organizzo meeting online o talvolta anche in presenza (Covid permettendo), faccio ciò che è necessario senza vincoli di orari e location e così via.

Questo è Smart Working.

E’ ovvio che non è possibile applicare a tutte le professioni tale metodologia ma a moltissime sì.

In Italia, lavorare in questo modo rappresenta ancora l’eccezione però ciò non vuol dire che non si possa costruire e sviluppare come nuova abitudine.

Vediamo allora quali sarebbero gli elementi base necessari per poter adottare il vero Smart Working:

  • Responsabilità dei singoli
  • Linee guida chiare
  • Obiettivi ben costruiti
  • Capacità di pianificare e organizzarsi così da rispettare le scadenze
  • Capacità di relazionarsi e comunicare in modo efficace anche a distanza (via mail, telefono e video call)
  • Autonomia/indipendenza dei singoli nello svolgere le proprie mansioni

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